La rilettura di Cazzi miei è stata istintiva ieri, mi sono detta che se era uscito un libro "nuovo" con parziali aggiunte, bisognasse certamente rispolverare la memoria di quello vecchio, per potere evidenziare eventuali differenze stilistiche e soprattutto di contenuto, perché presto il libro nuovo sarà ovviamente mio. (non sarei altrimenti La MaTre
).
Ho dormito malissimo stanotte, secondo me la lettura del libro mi ha acceso nel cervello e nel cuore quel turbamento che è inevitabile quando diventi (o ri-diventi) consapevole delle sofferenze di qualcuno a cui tieni molto. Gianna mi ha fatta agitare insomma, come da tradizione mi ha scosso le viscere, stavolta però con un certo senso di sofferenza: non si è trattato di un' agitazione "positiva".
Fatta questa doverosa premessa basata sui sentimenti, passo invece all'aspetto tecnico del libro.
La frase "siamo tutti collegati" era già presente, così come l'avete appena letta!
Da quanto ho potuto cogliere tra le righe, perché sto libro non è esattamente sempre chiaro nei contenuti, questo concetto è per Gn qualcosa di filosofico. Siamo tutti collegati è un modo per ricordarci che quel che facciamo ricade inevitabilmente sugli altri, che quello che gli altri fanno, produce degli effetti inevitabili su di noi; è un monito, è una linea da seguire, è un considerare non solo sempre noi stessi ma la natura in cui viviamo, i sentimenti di chi ci sta attorno, il rispetto dei diritti di tutti.
Ma se consideriamo questo concetto inserito nel momento pandemico (cui fa riferimento insieme a mille altri temi il brano 1983), il concetto di tutti collegati col commento "chi l' avrebbe detto" si amplifica a mille: siamo tutti collegati a internet per esempio, perché non possiamo incontrarci di persona e allora comunichiamo e lavoriamo perfino tutti col computer, siamo tutti collegati perché se sono infetto e sto in mezzo agli altri faccio un macello, e il mio comportamento coinvolge gli altri più che mai...
fine prima parte 😚